libri che passione
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libri che passione
Ad Andrea e a gli amici del forum vorrei conosciere le vostre emozioni nella lettura di questo testo:
Ascolta, figlio: ti dico questo mentre stai dormendo con la manina sotto la guancia e i capelli biondi appiccicati alla fronte. Mi sono introdotto nella tua camera da solo: pochi minuti fa, quando mi sono seduto a leggere in biblioteca, un' ondata di rimorso mi si è abbattuta addosso, e pieno di sensi di colpa mi avvicino al tuo letto.
E stavo pensando a queste cose: ti ho messo in croce, ti ho rimproverato mentre ti vestivi per andare a scuola perchè invece di lavarti ti eri solo passato un asciugamani sulla faccia, perchè non ti sei pulito le scarpe. Ti ho rimproverato aspramente quando hai buttato la roba sul pavimento.
A colazione, anche lì ti ho trovato in difetto:hai fatto cadere cose sulla tovaglia, hai ingurgitato cibo come un affamato, hai messo i gomiti sul tavolo. Hai spalmato troppo burro sul pane e, quando hai cominciato a giocare e io sono uscito per andare a predere il treno, ti sei girato, hai fatto ciao ciao con la manina e hai gridato "Ciao papino " e io ho aggrottato le sopracciglia e ti ho risposto " su dritto con la schiena".
E tutto e ricominciato da capo nel tardo pomeriggio, perchè quando sono arrivato eri in ginocchio sul pavimento a giocare alle biglie e si vedono le calze bucate. Ti ho umiliato davanti agli amici, spedendoti a casa davanti a me. Le calze costano, e se dovessi comprarle tu, le tratteresti con più cura.
Ti ricordi più tardi come sei entrato timidamente nel salotto dove leggevo, con uno sguardo che parlava dell' offesa subita Quando ho alzato gli occhi da giornale, impazinte per l' interruzione, sei rimasto esitante sulla porta. "Che vuoi " ti ho aggredito brusco. Tu non hai detto niente, sei corso verso di me e mi hai buttato le braccia al collo e mi hai baciato e le tue braccine mi hanno stretto con l'affetto che Dio ti ha messo nel cuore e che, anche se non raccolto, non appassiscie mai. Poi te ne sei andato sgamettando giù dalle scale. Be', figlio è stato subito dopo che mi è scivolato di mano il giornale e mi ha preso un'angoscia terribile. Cosa mi sta succedendo mi sto abituando a trovare colpe, a sgridare; è questa la ricompensa per il fatto che sei un bambino, non un adulto Non che ti volessi bene, beninteso: solo che mi aspettavo troppo dai tuoi pochi anni e insistevo stupidamente a misurarti col metro della mia età.
E c'era tanto di buono, di nobile, di vero, nel tuo carattere Il tuo piccolo cuore così grande come l'alba sulle colline. Lo dimostra il generoso impulso di correre a darmi il bacio della buonanotte. Nient' altro per stanotte, figliolo. Solo che son venuto qui vicino al tuo letto e mi sono inginocchiato, pieno di vergogna.
E una misera riparazione, lo so che non capiresti queste cose se te le dicessi quando sei sveglio. Ma domani sarò per tè un vero papà. Ti sarò compagno, starò male quando tu starai male e riderò quando tu riderai, mi morderò la lingua quando mi saliranno alle labbra parole impazienti. Continuerò a ripetermi, come una formula di rito "E ancora un banbino, un ragazzino "
Ho proprio paura di averti sempre trattato come un uomo. E invece come ti vedo adesso, figlio, tutto appallotolato nel tuo lettino mi fai capire che sei ancora un bambino. Ieri eri dalla mamma con la testa sulla sua spalla. Ti ho sempre chiesto troppo,troppo.
SABI
Ascolta, figlio: ti dico questo mentre stai dormendo con la manina sotto la guancia e i capelli biondi appiccicati alla fronte. Mi sono introdotto nella tua camera da solo: pochi minuti fa, quando mi sono seduto a leggere in biblioteca, un' ondata di rimorso mi si è abbattuta addosso, e pieno di sensi di colpa mi avvicino al tuo letto.
E stavo pensando a queste cose: ti ho messo in croce, ti ho rimproverato mentre ti vestivi per andare a scuola perchè invece di lavarti ti eri solo passato un asciugamani sulla faccia, perchè non ti sei pulito le scarpe. Ti ho rimproverato aspramente quando hai buttato la roba sul pavimento.
A colazione, anche lì ti ho trovato in difetto:hai fatto cadere cose sulla tovaglia, hai ingurgitato cibo come un affamato, hai messo i gomiti sul tavolo. Hai spalmato troppo burro sul pane e, quando hai cominciato a giocare e io sono uscito per andare a predere il treno, ti sei girato, hai fatto ciao ciao con la manina e hai gridato "Ciao papino " e io ho aggrottato le sopracciglia e ti ho risposto " su dritto con la schiena".
E tutto e ricominciato da capo nel tardo pomeriggio, perchè quando sono arrivato eri in ginocchio sul pavimento a giocare alle biglie e si vedono le calze bucate. Ti ho umiliato davanti agli amici, spedendoti a casa davanti a me. Le calze costano, e se dovessi comprarle tu, le tratteresti con più cura.
Ti ricordi più tardi come sei entrato timidamente nel salotto dove leggevo, con uno sguardo che parlava dell' offesa subita Quando ho alzato gli occhi da giornale, impazinte per l' interruzione, sei rimasto esitante sulla porta. "Che vuoi " ti ho aggredito brusco. Tu non hai detto niente, sei corso verso di me e mi hai buttato le braccia al collo e mi hai baciato e le tue braccine mi hanno stretto con l'affetto che Dio ti ha messo nel cuore e che, anche se non raccolto, non appassiscie mai. Poi te ne sei andato sgamettando giù dalle scale. Be', figlio è stato subito dopo che mi è scivolato di mano il giornale e mi ha preso un'angoscia terribile. Cosa mi sta succedendo mi sto abituando a trovare colpe, a sgridare; è questa la ricompensa per il fatto che sei un bambino, non un adulto Non che ti volessi bene, beninteso: solo che mi aspettavo troppo dai tuoi pochi anni e insistevo stupidamente a misurarti col metro della mia età.
E c'era tanto di buono, di nobile, di vero, nel tuo carattere Il tuo piccolo cuore così grande come l'alba sulle colline. Lo dimostra il generoso impulso di correre a darmi il bacio della buonanotte. Nient' altro per stanotte, figliolo. Solo che son venuto qui vicino al tuo letto e mi sono inginocchiato, pieno di vergogna.
E una misera riparazione, lo so che non capiresti queste cose se te le dicessi quando sei sveglio. Ma domani sarò per tè un vero papà. Ti sarò compagno, starò male quando tu starai male e riderò quando tu riderai, mi morderò la lingua quando mi saliranno alle labbra parole impazienti. Continuerò a ripetermi, come una formula di rito "E ancora un banbino, un ragazzino "
Ho proprio paura di averti sempre trattato come un uomo. E invece come ti vedo adesso, figlio, tutto appallotolato nel tuo lettino mi fai capire che sei ancora un bambino. Ieri eri dalla mamma con la testa sulla sua spalla. Ti ho sempre chiesto troppo,troppo.
SABI
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